Lo sapevate che nel Piceno c’è uno dei pochi boschi doc dell’Italia? E che nell’area terremotata dei Sibillini i nostri giovani hanno ripiantato il Pecorino antico? E sapete quanti sono i prodotti enogastronomici tipici ascolani con il marchio di qualità? Lo sapevate che il Piceno è… Doc e Dop?!

Di sicuro, conoscete l’oliva ascolana del Piceno, eccellenza alimentare di questa terra per cui siamo conosciuti in tutto il mondo. Non tutti, però, sanno che tra i nostri prodotti Dop ci sono anche gli olii Marche, il formaggio di fossa di Sogliano, i salamini italiani alla cacciatora. Poi ci sono i prodotti Igp: l’agnello del Centro Italia, il ciauscolo, la mortadella di Bologna, il vitellone bianco dell’Appennino centrale. Se a questo punto vi è venuta sete, tranquilli perché abbiamo anche da bere. Nella provincia di Ascoli sono presenti 1 docg e 3 doc.

Il Rosso Piceno, Doc dal 1968, da oltre mezzo secolo accompagna i nostri arrosti nelle sue quattro varianti (Rosso Piceno Doc, Novelle Doc, Sangiovese Doc e Superiore Doc). La fertile Offida riempie i nostri calici con tre varianti di Terre di Offida Passerina Doc e sei varianti di Offida Docg. Infine, il Falerio Doc, perfetto come accompagnamento delle olive all’ascolana, presente in due varianti. Almeno per ora. Presto, infatti, la Regione Marche potrebbe ampliare il disciplinare del Falerio Pecorino con una sottozona denominata “Terra di Arquata”, esclusiva per le zone terremotate montane. Il progetto è stato presentato in questi giorni al Vinitaly dagli studenti dell’istituto Tecnico Agrario e Professionale Agrario Celso Ulpiani – Ascoli Piceno, una delle undici scuole italiane in cui la specializzazione di enotecnico è attiva dal dopoguerra. E’ grazie a loro che in queste zone è stata riportata la coltivazione del Pecorino di montagna.

Una montagna che amiamo e proteggiamo.

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