Il nome di questo piatto della tradizione potrebbe trarre in inganno gli amanti della cucina francese. Dici fricandeau e i nostri cugini Oltralpe pensano al pezzo migliore della coscia di vitello. Lu frecandò, invece, è un trionfo di verdure, un’esplosione di colori e di sapori… è la ratatouille ascolana.

Allora perché lo chiamiamo frecandò? La risposta prova a darla Mario Buldorini ne “Le ricette d’Ermete”
Frecandò
L’àgghio domannato a le vinniricole jó ppiazza dell’erbe,
non zapìa gnènde gnisciu’.
L’àgghio domannato a Peppe l’ortola’,
non zapìa gnènde mango issu.
L’àgghio domannato a Joanni’ de lu conde.
Sapìa tutto! E m’ha ditto:
FRECANDÒ significa mescolanza-pastume,
è una parola difficile: Caos.
Checcecapisci chéccecacon quissi ommini che studia le parole.
Per me lu frecandò adè la festa dell’istate,
lu focud’artificiu de li colori e li sapori,
l’invinzio’ de un essere condendu che cambò tand’anni fà e se chiamava ANDÒ.
Scine, scine, d’istate, dopo ch’hì magnato li peparoli, lu selliru e viùto ‘na goccetta de vi’ bbono non
poli fanne a mmeno: mescolanza, cìa rajiò Joanni’

Traduzione:
L’ho chiesto alle erbivendole in Piazza dell’Erba,
non sapeva niente nessuno.
L’ho chiesto a Peppe l’ortolano,
non sapeva niente neanche lui.
L’ho chiesto a Giovanni del Conte.
Sapeva tutto! E mi ha detto:
Frecandò significa mescolanza-pastone,
è una parola difficile: Caos.
Come possono capirci qualcosa questi studiosi di parole.
Per me il frecandò è la festa dell’estate,
il fuoco d’artificio dei colori e dei saporei,
l’invenzione di un essere contento che visse a lungo e si chiamava Andò (Antonio).
Sì sì, d’estate, dopo aver mangiato peperoni, sedano e bevuto una goccia di buon vino
non puoi farne a meno: mescolanza, ha ragione Giovanni!

Quindi cosa aspettate? Procurate il necessario e preparate lu Frecandò di verdure!

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